Errori diagnostici

Gli errori diagnostici in medicina sono eventi critici che possono avere conseguenze anche gravi per il paziente, in termini di ritardo nel trattamento, trattamenti errati o inutili, peggioramento clinico e responsabilità medico-legale.

Ecco un elenco completo e strutturato dei principali tipi di errori diagnostici, con brevi spiegazioni:

1. Errore di diagnosi mancata

  • Il medico non formula alcuna diagnosi, pur in presenza di segni o sintomi che avrebbero dovuto indurre sospetto.
  • Esempio: paziente con dolore toracico non viene sottoposto ad ECG e non viene diagnosticato un infarto.

2. Errore di diagnosi errata (o diagnosi sbagliata)

  • Viene formulata una diagnosi, ma è quella sbagliata.
  • Esempio: una meningite diagnosticata come semplice influenza.

3. Errore di diagnosi ritardata

  • La diagnosi corretta arriva troppo tardi, rispetto ai tempi clinici ideali.
  • Spesso dipende da sottovalutazione dei sintomi, attese per esami, o carenza di follow-up.
  • Esempio: tumore sospettato troppo tardi nonostante sintomi persistenti.

4. Errore di sottodiagnosi

  • Il medico minimizza i sintomi o non li approfondisce con gli esami adeguati.
  • Esempio: non vengono effettuati esami di secondo livello nonostante segni clinici rilevanti.

5. Errore di sovradiagnosi

  • Si formula una diagnosi eccessiva o non necessaria, portando a trattamenti inutili.
  • Spesso avviene negli screening (es. mammografie che rilevano carcinomi non aggressivi).

6. Errore nell’interpretazione degli esami

  • Esami strumentali o di laboratorio vengono interpretati male, o refertati in modo scorretto.
    • Radiografie non lette correttamente;
    • Referti ecografici con lesioni non segnalate;
    • Marker tumorali sottovalutati.

7. Errore per uso di linee guida inadeguate o obsolete

  • Applicazione di protocolli non aggiornati o non personalizzati al singolo caso.
  • Esempio: linee guida generali applicate senza considerare età, comorbidità, sesso del paziente.

8. Errore di ancoraggio diagnostico

  • Il medico si fissa su una diagnosi iniziale e ignora sintomi che indicano un’altra patologia.
  • È un bias cognitivo frequente nei Pronto Soccorso.

9. Errore da omissione

  • Mancato approfondimento diagnostico, nonostante indicazioni cliniche che avrebbero richiesto ulteriori indagini.
  • Es.: non eseguire una biopsia malgrado sospetti su una lesione cutanea.

10. Errore da comunicazione

  • Mancata comunicazione:
    • tra medici (es. referti mai letti);
    • con il paziente (es. non comunicato un esito positivo);
    • tra reparti.
  • Esempio: il referto di TAC non viene consegnato o discusso col paziente.

11. Errore legato all’anamnesi incompleta

  • Raccolta parziale o imprecisa della storia clinica, anche per difficoltà linguistiche o barriere culturali.
  • Spesso sottovalutati sintomi riferiti da pazienti stranieri, anziani o con disabilità.

12. Errore di tipo sistemico (organizzativo o strutturale)

  • Mancanza di risorse, personale, strumenti diagnostici, turnazioni stressanti.
  • Il medico può essere indotto all’errore da un sistema malfunzionante.

13. Errore per mancanza di follow-up

  • Il paziente non viene richiamato o monitorato nel tempo, nonostante una condizione sospetta o borderline.
  • Spesso accade in medicina generale.

14. Errore nella gestione dei dati di laboratorio

  • Campioni scambiati, analisi sbagliate, ritardi nella comunicazione.
  • Esempio: diagnosi oncologica fatta sulla base di un esame appartenente ad altro paziente.

Rilevanza medico-legale

Gli errori diagnostici costituiscono una delle principali cause di contenzioso medico-legale, soprattutto nei casi di:

  • Tumori non diagnosticati o diagnosticati tardi;
  • Infarti e ictus non riconosciuti;
  • Infezioni acute (meningiti, sepsi) sottovalutate;
  • Patologie pediatriche o ginecologiche sottostimate.