Pensione di reversibilità: come si divide tra coniuge divorziato e superstite?
Quando muore una persona, la sua pensione spetta ai familiari superstiti. Si parla, più in particolare, di pensione di reversibilità se il defunto percepiva già, al momento della morte, la propria pensione (di vecchiaia o anticipata, di invalidità o inabilità). Viceversa, si parla di pensione indiretta se, invece, il defunto non aveva ancora maturato il diritto alla pensione, ma aveva versato almeno 15 anni di contributi o, in alternativa, almeno 4 di cui 3 nei cinque anni precedenti al decesso.
Come noto, hanno prevalentemente diritto alla pensione di reversibilità il coniuge e i figli, ma solo a determinate condizioni. Non c’è bisogno di accettare l’eredità per ottenere la reversibilità: questa, infatti, spetta a prescindere dalla qualità di erede; pertanto, compete in forza del rapporto di familiarità, e non di successione, anche a chi rinuncia all’eredità.
Ma procediamo con ordine e vediamo tutto ciò che c’è da sapere sulla pensione di reversibilità.
Indice
- 1 A chi spetta la pensione di reversibilità
- 1.1 Il coniuge
- 1.2 I figli
- 1.3 I nipoti
- 1.4 I genitori
- 1.5 I fratelli celibi e le sorelle nubili
- 2 Reversibilità divisa tra coniuge ed ex
A chi spetta la pensione di reversibilità
Sono solo cinque le categorie di soggetti che possono richiedere – solo al concorrere di determinate condizioni – la pensione di reversibilità di un familiare defunto:
- il coniuge;
- i figli;
- i nipoti;
- i genitori;
- i fratelli celibi e le sorelle nubili.
Vediamo singolarmente ciascuna di queste categorie.
Il coniuge
Il coniuge superstite ha diritto alla pensione di reversibilità. Se, però, il defunto ha avuto un precedente matrimonio, l’ex coniuge può rivendicare una quota di tale pensione secondo le regole che vedremo più avanti.
Il coniuge separato può ottenere la reversibilità solo a patto che non abbia subito il cosiddetto “addebito”, ossia la dichiarazione di responsabilità da parte del tribunale per la cessazione del matrimonio. Anche con l’addebito, però, può chiedere la reversibilità se è titolare di assegno alimentare.
Il coniuge divorziato può ottenere la reversibilità solo se non si è risposato. Viceversa, se a risposarsi è stato il coniuge deceduto, come anticipato prima, la sua reversibilità verrà divisa tra il coniuge superstite e l’ex in base alle regole fissate dal giudice, che vedremo a breve.
I figli
Tutti i figli (legittimi, legittimati, adottivi, naturali, legalmente riconosciuti) hanno diritto alla reversibilità del genitore a condizione che:
- abbiano meno di 18 anni;
- oppure siano ancora studenti di scuola media superiore di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore deceduto e che non svolgono attività lavorativa;
- oppure siano studenti universitari per tutta la durata del corso legale di laurea e, comunque, non oltre i 26 anni, a carico del genitore deceduto e che non svolgono attività lavorativa;
- siano inabili di qualunque età a carico del genitore deceduto.
I nipoti
La Corte Costituzionale ha equiparato i nipoti ai figli legittimati includendoli tra i destinatari della pensione di reversibilità, purché di età inferiore ai 18 anni e a carico del defunto, anche se non formalmente affidati allo stesso.
I genitori
I genitori del defunto possono ottenere la sua pensione di reversibilità solo se quest’ultimo non aveva coniuge, figli e nipoti.
Essi, però, devono presentare i seguenti requisiti:
- almeno 65 anni di età;
- non devono essere titolari di pensione diretta o indiretta;
- dovevano essere a carico del defunto al momento del suo decesso.
I fratelli celibi e le sorelle nubili
A questi spetta la reversibilità solo se il defunto non aveva coniuge, figli, nipoti e genitori. Devono sussistere le seguenti condizioni:
- inabili al lavoro;
- a carico del lavoratore defunto.
Reversibilità divisa tra coniuge ed ex
Vediamo ora come si divide la reversibilità tra il coniuge superstite e quello precedente del soggetto deceduto.
La ripartizione della pensione di reversibilità tra il coniuge superstite ed il coniuge divorziato è stabilita dal giudice adito su ricorso di una delle parti.
In caso di morte di uno dei due coniugi titolari della pensione di reversibilità, al coniuge sopravvissuto viene attribuita la quota intera.
Come si stabilisce la quota di reversibilità spettante all’ex coniuge?
A determinare la ripartizione della pensione di reversibilità tra il coniuge superstite e il coniuge divorziato concorre innanzitutto la durata del matrimonio. Ma vanno considerati anche altri criteri, compresa la durata dell’eventuale convivenza more uxorio trascorsa dai due coniugi superstiti con il titolare della pensione oggetto di reversibilità.
Tra i criteri rilevano anche:
- l’entità dell’assegno di mantenimento riconosciuto all’ex coniuge;
- le condizioni economiche delle due persone aventi diritto.
Il fatto che l’ex coniuge percepisse già un assegno divorzile non comporta alcuna esclusione dalla quota di reversibilità del soggetto defunto.
27 Febbraio 2020