Il diritto amministrativo è un ramo del diritto pubblico le cui norme regolano l’organizzazione dell’Amministrazione pubblica, le attività di perseguimento degli interessi pubblici e i rapporti tra le varie manifestazioni del potere pubblico e i cittadini

Possiamo dire, dunque, che questa branca del diritto si occupa di regolare l’organizzazione, i mezzi e le forme delle attività della Pubblica Amministrazione, così come i rapporti tra P.A. e gli altri soggetti dell’ordinamento, sia nel caso in cui la pubblica amministrazione agisca come autorità, spendendo potere autoritativo e sia quando la pubblica amministrazione agisce come un qualsiasi soggetto privato, utilizzando i mezzi e gli strumenti del diritto privato.

Fonti

Quando parliamo di fonti, la prima precisazione da fare è che queste possono essere rappresentate solo in chiave evolutiva, perché dal 1865 ad oggi sono stati registrati diversi mutamenti istituzionali.

Allo stato attuale, possiamo distinguere:

  • Fonti ordinarie: tra queste rientrano le leggi ed i regolamenti, ma anche fatti o atti idonei a produrre norme giuridiche secondo le previsioni dell’ordinamento giuridico;
  • Fonti extra ordinem, come ad esempio il decreto legge;
  • Fonti atipiche, collocabili ad un livello intermedio tra le fonti di grado costituzionale e le leggi ordinarie. Ne è un esempio il diritto comunitario.

Vediamo ora qualche cenno storico relativo al diritto amministrativo, utile soprattutto per contestualizzare le evoluzioni che hanno caratterizzato questa disciplina.

Sicuramente la sua genesi è da ricercare nel principio di divisione tra i poteri dello Stato, introdotto da Montesquieu.

Come saprai, con l’introduzione di questo principio, i poteri dello Stato possono essere ripartiti in:

  • Potere legislativo;
  • Potere esecutivo;
  • Potere giudiziario.

Il potere amministrativo, in questo contesto, ha il compito di raggiungere gli obiettivi di interesse pubblico definiti dall’ordinamento.

Da qui possiamo dedurre che la “culla” del termine droit administratif  è da ricercare nella Francia della Rivoluzione. In origine, le caratteristiche di questa disciplina erano:

  • Maggiore potere pubblico nei confronti dei cittadini;
  • Centralizzazione dell’attività amministrativa;
  • Separazione tra funzione amministrativa e funzione giurisdizionale, in modo che i giudici non possano interferire in alcuna maniera con l’attività degli organi amministrativi:
  • Nascita del Conseil d’Etat, con il compito di redigere testi normativi e ottemperare appieno alle funzioni amministrative.

Il primo manuale di diritto amministrativo è stato scritto da Macarel, nel 1818. Tra i giuristi più importanti, oltre Macarel, segnaliamo anche Vivien, Cormenin e Gerando, facenti parte del Conseil d’Etat e impegnati come amministratori pubblici.

Principi

I principi alla base di questa branca del diritto possono essere riassunti in questi punti:

  1. Principio di legalità: secondo questo principio, l’attività dei pubblici poteri deve essere pienamente conforme alla legge. Non può esistere, dunque, nessun apparato amministrativo senza conformità legislativa;
  2. Principio di imparzialità: questo principio ci dice che l’amministrazione deve ottemperare alle sue funzioni senza discriminare le posizioni dei soggetti che hanno a che fare con la sua azione, nel pieno rispetto degli interessi ad essa attribuiti;
  3. Principio di buon andamento: questo aspetto fa riferimento all’efficienza della Pubblica Amministrazione, che ambisce per sua funzione a raggiungere un utile sociale;
  4. Principio di autonomia e decentramento: si tratta di principi sanciti dall’art.5 della nostra Carta Costituzionale che “riconosce e promuove le autonomie locali e attua nei servizi che dipendono dallo Stato, il più ampio decentramento amministrativo”;
  5. Principio di sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza e leale collaborazione: secondo il principio di sussidiarietà verticale, le competenze amministrative devono essere attribuite ai livelli di governo più vicini ai cittadini, o, basandosi sul principio di sussidiarietà orizzontale alle formazione sociali o agli individui. Il principio di leale collaborazione fa riferimento alle relazioni organizzative fra amministrazioni pubbliche;
  6. Principio di responsabilità: sancito dall’articolo 28 della Costituzione, che formalmente recita “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici”.